La nave Argo
la macchina del tempo
“È una Macchina del Tempo che si muove dal vigore del passato degli scavi archeologici, al nostro presente di crisi e violenza sedata, e al futuro della ricerca scientifica, che chiudendo il cerchio ci riporta al passato remoto delle origini del Cosmo”.
Giorgio Barberio Corsetti
L’evento, che avrà come centro nevralgico l’Aula Ottagona, è una sorta di viaggio nel tempo, condotto dalla figura di Europa, interpretata da Maddalena Crippa, personaggio mitologico e simbolico: una grande Madre che rappresenta il nostro continente e la nostra cultura. Europa è il presente, luogo di congiunzione tra il passato, rappresentato dai siti archeologici, e il futuro, rappresentato dalla cupola di Dafne e dall’acceleratore di particelle. Europa si esprime con parole antiche, da Seneca a Bhagavadgita e Rutilio Namaziano, e parole contemporanee, che rimandano alla trasformazione della nostra cultura e al formarsi di nuove identità.
Il segno del passato è comunque forte e imprescindibile, dal fondo della strada ormai sotterranea della Crypta Balbi, in collegamento audio e video, da un altro tempo, un uomo, interpretato da Gabriele Portoghese si aggira tra gli scavi della nostra Città sepolta, e ritrova, come in sogno, lo spirito di Giasone, eroe sconfitto.
Al Colosseo, circo del sangue e teatro di guerra “simulata” con morti veri, Valeria Almerighi è la Furia che minaccia Europa di una terribile vendetta, evocando la caduta di Palmyra e l’uccisione del suo Guardiano, Khaled Assaad, per mano del IS. Nell’Impero Romano, la città era la porta tra Occidente e Oriente, oggi viene conquistata e distrutta, saccheggiata e ridotta a pura merce di scambio.
Sotto la cupola di Dafne, presso i Laboratori Nazionali di Frascati, accanto all’acceleratore di particelle, Gabriele Benedetti interpreta il Tempo. È impaziente, morde il freno, vuole andare avanti, si scontra con Europa, la pungola, danza con le parole, fa danzare tutti gli altri come particelle, accompagnato da un batterista in loco, e dal contrabbassista nell’Aula Ottagona.

"venite da me vi accolgo
vecchia madre senza parole
venite balbetto
mentre poggio un attimo la sigaretta
col filtro bagnato di saliva, sporco di rossetto, vi aspetto qui, sotto casa mia
passate a prendermi, andiamo in pizzeria."

"fuggendo ho attraversato i fiumi e i mari d'Europa, e ora alla fine sono su un mucchio di macerie, nel fondo del fondo…ho passato la vita a fuggire… dallo zio, dai re, dai crimini, sempre ad un passo dal potere che non ho mai conquistato …"

"perchè tu sei voi, voi siete il mondo del tradimento, siete le regole che ci avete imposto
di sesso e animo femminile
le regole di una civiltà effeminata
sfacciata spudorata
noi le distruggiamo col fuoco e la spada"

"io sono il tempo che distrugge gli universi
…danzo mentre trasfiguro tra le fluttuazioni vuote del povero Kasimir a colpi da 1 atmosfera
Vorrei renderlo allegro e nel buio quantico mi avvolgo su me stesso."
- Diretta streaming e tecnologie audio-video: Consortium GARR
- Sistemi per l'interazione musicale in tempo reale (LOLA): Consortium GARR, Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, Conservatorio di musica "G. Tartini" di Trieste.
- Editing video: Igor Renzetti
- Musiche: Gianfranco Tedeschi e Fabrizio Spera
- Testi di: Seneca, Bhagavad Gita, Alex Barchiesi, Giorgio Barberio Corsetti.
- Regia di: Giorgio Barberio Corsetti.
I luoghi della Performance
Colosseo
Posizionato nel cuore archeologico della città di Roma, l’Anfiteatro Flavio, o più comunemente Colosseo, fu eretto nel I secolo d. C. per volere degli imperatori della dinastia Flavia. Il Colosseo, cosiddetto da una colossale statua che sorgeva nelle vicinanze, ha accolto, fino alla fine dell’età antica, spettacoli di grande richiamo popolare, quali le cacce e i combattimenti di gladiatori. Si tratta infatti del più grande anfiteatro non solo della città di Roma, ma del mondo. Simbolo dei fasti dell’impero, l’Anfiteatro ha cambiato nei secoli il proprio volto e la propria funzione, offrendosi come spazio strutturato ma aperto alla comunità romana.
Il museo della Crypta Balbi
Il Museo della Crypta Balbi è il risultato del primo grande progetto di archeologia urbana messo a punto in Italia e finalizzato al recupero di un intero isolato, in grave stato di abbandono, del centro storico di Roma. Grazie all’approccio diacronico che ha guidato le indagini di scavo, sono state investigate tutte le fasi di vita che hanno dato forma ai diversi paesaggi urbani attraverso i secoli. Le testimonianze materiali ci aiutano a ripercorrere la storia dell’isolato dalle prime abitazioni di età repubblicana, alla nascita del grande complesso del Teatro e della Crypta di Balbo, eretto da Lucio Cornelio Balbo nel 13 a.C., alle trasformazioni dall’età tardo antica ai nostri giorni. Il Museo della Crypta Balbi, così strettamente legato all’area archeologica dove continua a svolgersi l’attività di indagine, è un vero e proprio laboratorio per l’archeologia urbana, che quotidianamente contribuisce ad accrescere il patrimonio di conoscenze sulla storia della città.
Aula Ottagona
Cosiddetta per la forma della sua pianta, quadrata all’esterno ma ottagonale all’interno, raccordata da nicchie semicircolari angolari. La cupola è un mirabile esempio delle conquiste dell’architettura romana nella sua forma ad ombrello e fa parte delle Terme edificate, tra il 298 e il 306 d.C., da Massimiano in onore dell’Imperatore Diocleziano. Nel 1929 l’Aula Ottagona fu scelta per la realizzazione di un Planetario che dal giorno della sua inaugurazione, il 28 ottobre 1928, detenne a lungo il primato di più grande d’Europa, grazie all’ampia maglia artificiale della calotta e al proiettore Zeiss, lo straordinario macchinario donato dalla Germania all’Italia, a parziale riparazione dei danni della prima guerra mondiale. Il restauro condotto dalla Soprintendenza di Roma, dopo la dismissione del Planetario e in occasione della ristrutturazione del Museo Nazionale Romano, ha ripristinato l'aspetto originario dell'aula termale.
Laboratori Nazionali di Frascati, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare
Costruiti nel 1955, i Laboratori Nazionali di Frascati (LNF) sono stati la prima struttura di ricerca italiana per lo studio della fisica nucleare e subnucleare con macchine acceleratrici, e sono il più grande laboratorio di ricerca dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), l’ente pubblico per la ricerca teorica, sperimentale e tecnologica, nel campo della fisica subnucleare, nucleare e astroparticellare. I LNF sono da anni impegnati in attivita’ di diffusione della cultura scientifica con numerosi programmi rivolti a studenti, insegnanti e appassionati di ogni età, dall’Italia e dall’estero, allo scopo di suscitare attenzione intorno alle ricerche scientifiche e tecnologiche dell’Istituto e favorire un costante scambio tra il mondo della ricerca e la società.