Si chiude con successo la Conferenza GARR 2025 a Bari
Tre giornate di confronto su connettività, AI, sicurezza e calcolo scientifico. Circa 270 partecipanti e 66 speaker provenienti da diversi settori disciplinari, quasi 800 visualizzazioni al giorno durante la diretta streaming.
Il titolo dell’edizione di quest’anno, "Frontiere digitali – Infrastrutture condivise e indipendenti per il futuro della ricerca", ha fatto da filo conduttore alle sessioni, alle tavole rotonde e agli interventi che hanno animato la conferenza. Come di consueto, l’evento è stato anticipato da una giornata formativa rivolta alla comunità GARR.
La conferenza è stata aperta dal Rettore dell’Università di Bari, Stefano Bronzini, dal Presidente GARR, Maurizio Tira e dalla Direttrice GARR, Claudia Battista.“Oggi ci confrontiamo con due sfide cruciali”, ha dichiarato Maurizio Tira, Presidente GARR, “da un lato, il superamento del digital divide, una delle frontiere che rischiano di accentuare le disuguaglianze globali; dall’altro, la necessità di coniugare indipendenza tecnologica e condivisione della conoscenza. L’autonomia digitale dei Paesi è una condizione essenziale per uno sviluppo sostenibile e sicuro, ma non può prescindere dalla cooperazione e dallo scambio di competenze”
Martedì 13 maggio
La giornata inaugurale si è aperta con il panel “Evoluzione dei sistemi e delle infrastrutture di telecomunicazione nel Paese”, coordinato da Cristoforo Morandini (TMT-PTS), che ha visto la partecipazione di esponenti di primo piano del settore: Maurizio Goretti (Namex), Luigi Cudia (Infratel), Salvatore Lombardo (FibreConnect), Fabio Paolo Panunzi Capuano (Sparkle), Massimo Carboni (GARR) e Katia Lazzarini (Open Fiber).
Il panel ha offerto una panoramica sullo stato e le prospettive delle infrastrutture digitali nel Paese, tra fibra ottica, 5G, data centre e backbone di nuova generazione. I relatori, provenienti da realtà pubbliche e private, hanno discusso le sfide del digital divide, l’importanza di reti resilienti e indipendenti e le opportunità di sviluppo per cittadini, imprese e ricerca.
Il giurista Innocenzo Genna ha concluso la mattinata con un intervento sulle prospettive della regolamentazione europea nel settore delle telecomunicazioni, evidenziando il ritorno dell’UE a un ruolo attivo e le attuali riflessioni sul consolidamento degli operatori.
A seguire nel pomeriggio, la tavola rotonda “Infrastrutture condivise e indipendenti per l’università e la ricerca”, moderata dalla giornalista Francesca Franceschi, ha visto confrontarsi Roberto Ragazzoni (Presidente INAF), Marco Dell’Isola (Rettore dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, in rappresentanza della CRUI), Maurizio Tira (Presidente GARR), Domenico Elia (INFN), Massimo Bernaschi (CNR) e Lucio Badiali (INGV).
Il panel ha approfondito il ruolo strategico delle infrastrutture digitali nella ricerca, richiamando l’importanza dell’indipendenza tecnologica e della condivisione delle risorse. Si è discusso di potenziamento della capacità di calcolo, della fragilità del digitale, di formazione nelle competenze digitali e cultura STEM, con un’attenzione particolare all’uso consapevole dell’AI e alla sostenibilità dei modelli tecnologici. I relatori hanno evidenziato la necessità di infrastrutture trasparenti e orientate alla crescita della comunità scientifica, ponendo l’accento su governance, sicurezza e visione strategica di lungo termine.
Mercoledì 14 maggio
La seconda giornata si è aperta con la sessione “Alla frontiera delle infrastrutture di ricerca”, dedicata a soluzioni tecnologiche innovative per la scienza. In apertura, l’intervento in diretta dalla base antartica Concordia di Erik Geletti (OGS), affiancato in sala da Alessandro Mancini (CNR), ha raccontato l’evoluzione della connettività satellitare in uno degli ambienti più remoti e inospitali del pianeta. Grazie all’adozione della rete Starlink, la base co-gestita da Italia e Francia ha compiuto un salto di qualità nella trasmissione dei dati scientifici, aprendo nuove possibilità per la ricerca in tempo reale, nonostante le condizioni estreme e le sfide ingegneristiche. Il collegamento con la rete GARR consente l'integrazione con i nodi della ricerca italiani, trasformando la connettività in uno strumento strategico per la scienza.
A seguire, Cecilia Clivati (INRIM) ha illustrato le potenzialità del progetto europeo SENSEI, che sfrutta le reti in fibra ottica non solo per la trasmissione dati ma anche come sensori distribuiti per rilevare vibrazioni, suoni e variazioni ambientali. Il progetto, di cui GARR è uno dei partner, mira a realizzare un sistema di monitoraggio continuo e ad alta precisione utile in ambiti come geofisica, oceani, clima e smart cities.
La sessione si è poi conclusa con una serie di lightning talk che hanno esplorato applicazioni avanzate nel campo delle infrastrutture digitali per la ricerca. Pietro Cassarà (CNR) e Aldo Artigiani (Huawei) hanno presentato tecnologie e strumenti di intelligenza artificiale a supporto delle reti basate su Intent-Based Networking. Damiano Archetti (IRCCS Istituto Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli – Brescia) ha illustrato piattaforme web collaborative per ricercatori e clinici nelle neuroscienze, come neuGRID e NewPsy4u. Claudio Lo Giudice (CNR) ha introdotto la BioRepository@ELIXIR-IT, un'infrastruttura per la gestione e la condivisione dei dati genetici umani. Infine, Barbara Caccia (ISS) ha descritto i primi passi verso la costruzione di un’infrastruttura italiana per i virtual imaging trials in fisica medica.
La sessione conclusiva della mattinata, “Intelligenza Artificiale per l’università e la ricerca”, ha proposto una riflessione sulle sfide e opportunità legate all’uso dell’IA in ambito accademico e scientifico. Roberta Calegari (Università di Bologna) ha illustrato i diversi modelli di AI oggi impiegati nella ricerca, evidenziando i rischi legati a stereotipi e discriminazioni nei sistemi intelligenti e l’urgenza di alfabetizzazione e regolamentazione. Donato Malerba (Università di Bari) ha invitato a ripensare l’IA in chiave simbiotica, promuovendo l’interazione uomo-macchina come nuovo paradigma, con esperienze tratte dal progetto PNRR FAIR sull’Intelligenza Artificiale. Filippo Lanubile (Università di Bari) ha presentato MLOps, un framework per rendere sostenibile nel tempo lo sviluppo e l’uso di modelli di machine learning. A chiudere la sessione, tre lightning talk: Simona Cafieri (ISTAT) ha presentato un assistente vocale per esplorare le statistiche sulla popolazione; Floriana Vindigni (Università di Torino) ha parlato dell’uso dell’IA nella formazione medica; Daniele Di Bella (CNR e Fondazione Telethon) ha illustrato ARGOS, un sistema di generazione aumentata per la comunicazione scientifica.
Il pomeriggio si è aperto con due interventi dedicati alla sicurezza informatica. Corrado Giustozzi (Rexilience) ha descritto l’evoluzione del cybercrime, con attacchi sempre più sofisticati che colpiscono soprattutto sanità e manifattura. Ha sottolineato l’aumento delle minacce in Italia e l’importanza della preparazione alla gestione degli incidenti, oltre alla prevenzione. Alessandro Armando (Università di Genova) ha presentato il progetto nazionale SERICS sulla cybersecurity, che coinvolge 10 aree tematiche e ha dato vita a una Cybersecurity Academy per formare nuove competenze, con corsi gratuiti rivolti a studenti e ricercatori.
A seguire, i lightning talk hanno offerto uno sguardo su esperienze e soluzioni innovative per la sicurezza: dalla protezione delle infrastrutture sanitarie (Francesco Ricciardi, Fondazione IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza), a nuovi modelli crittografici basati su FPGA (Polo Panazzari, ENEA), fino a strumenti open source per la trasparenza degli algoritmi (Ivan Duca, CNR). Federico Cucinella e Andrea Garzena (Politecnico di Torino) hanno infine illustrato l’uso di MFA e passkey per una migrazione sicura a Shibboleth IdP.
La sessione successiva ha visto protagonisti i tre Digital Education Hub finanziati dal Ministero dell’Università e della Ricerca: EduNext (Tommaso Minerva, UNIMORE), EDvance (Gianni Fenu, Università di Cagliari) e ALMA (Silvia Parlato, Università di Napoli Federico II). Al centro del confronto, la sfida dell’integrazione tra università e AFAM e la costruzione di percorsi formativi condivisi, con standard comuni e un’architettura tecnologica scalabile. Fondamentale anche l’interoperabilità tra sistemi di autenticazione (SPID, CIE, eIDAS, eduGAIN, eduID) per garantire accesso e mobilità tra le piattaforme, illustrati da Fabrizio Pedranzini (Politecnico di Milano) e Mario Di Lorenzo (GARR). Gli studenti possono così seguire corsi anche fuori dal proprio ateneo e ottenere certificazioni delle competenze tramite Open Badge. I tre Digital Education Hub partecipano inoltre all’Osservatorio nazionale sulle microcredential, che favorisce sinergie tra i progetti per promuovere certificazioni condivise.
L’ultima sessione è stata dedicata al tema dei diritti e dell’identità digitale. Nadina Foggetti (CNR IBIOM) ha aperto i lavori con un intervento su European Health Data Space (EHDS) e Data Governance, evidenziando le opportunità offerte dalla condivisione sicura dei dati sanitari in Europa. Ha spiegato come il Data Governance Act e l’EHDS puntino a bilanciare la sovranità digitale, la libera circolazione dei dati e la tutela della privacy, introducendo principi come il digital altruism e il diritto all’opt-out. Ha infine sottolineato la necessità di un quadro normativo armonizzato degli Stati membri e strumenti tecnici condivisi per garantire un uso responsabile dei dati, anche per scopi di ricerca.
A seguire, tre lightning talk hanno approfondito aspetti complementari: Massimo Farina (Università di Cagliari) ha discusso i rischi legati all’utilizzo non regolamentato dell’intelligenza artificiale e le implicazioni sul diritto d’autore; Simona Spirito e Doriana Frattarola (ISTAT) hanno presentato SIGMA, un progetto innovativo per il trattamento statistico dei dati.
Giovedì 15 maggio
L’ultima giornata della conferenza si è aperta con una sessione stata dedicata all’evoluzione del calcolo scientifico, tra supercalcolo, calcolo distribuito e nuove architetture. Chiara Scaini (OGS) ha illustrato come l’infrastruttura sismologica dell’istituto, integrata in progetti come Terabit, consenta simulazioni rapide e scenari complessi per la gestione delle emergenze, coinvolgendo anche i cittadini in ottica di citizen science. Ernesto Picardi (Università di Bari) ha affrontato le sfide computazionali della terapia genica e dei farmaci a RNA, evidenziando il ruolo chiave del biocomputing e delle infrastrutture come Elixir che permettono di elaborare big data prodotti dalle tecnologie di sequenziamento e attraverso pipeline complesse, potenziando le scienze omiche per lo sviluppo di terapie innovative e personalizzate.
A concludere la sessione, una serie di lightning talk ha mostrato applicazioni innovative nelle infrastrutture digitali. Matteo Billè (Elettra Sincrotrone Trieste) ha illustrato l’architettura del scientific data lake Data@Elettra. Giuseppe Zangari (ArubaKube) ha presentato un caso di federazione di cluster Kubernetes autonomi. Marco Faltelli (ENEA) ha introdotto *CLIC (Cloud In Cresco) per servizi HPC/HPDA-as-a-Service. Giacomo Nodjoumi (ASI-SSDC) ha chiuso con JupyterHub Europlanet GMAP, dedicato allo sviluppo di una infrastruttura per il processamento di dati aerospaziali in chiave open source con Docker.
L’ultima sessione della conferenza ha affrontato il delicato equilibrio tra apertura e tutela dei dati. Arianna Traviglia (IIT) ha presentato le attività del Centre for Cultural Heritage Technology che dirige presso l’Istituto Italiano di Tecnologia, mostrando come tecnologie avanzate – dall’HPC all’intelligenza artificiale – stiano trasformando la gestione e la valorizzazione dei dati culturali digitali. Matteo Chiara (Università di Milano) ha illustrato il progetto europeo Genome Data Infrastructure (GDI), che punta a costruire un’infrastruttura per la medicina di precisione, garantendo al contempo sicurezza, interoperabilità e tutela dei diritti individuali.
A seguire, i lightning talk hanno offerto esempi concreti di utilizzo dei dati in ambiti diversi: Paolo Uva (IRCCS Gaslini) ha presentato un database di FAIR data per la valutazione della ricerca; Alexia Cociancich (OGS) ha mostrato un’applicazione oceanografica con dati FAIR in tempo quasi reale; Simona Caraceni (Cineca) ha parlato della creazione di dataset AI da giornali storici digitalizzati; infine, Domenico Nilo Mazza (IZS Lombardia e Emilia Romagna) ha descritto la Biobanca Virtuale WOAH per la condivisione sicura di materiale biologico.
Le presentazioni delle sessioni della conferenza sono disponibili sul sito dell’evento.