Rete 5 volte più veloce con la tecnologia aliena
GARR ha annunciato il risultato di un’innovazione tecnologica che ha permesso di accrescere le prestazioni della rete della ricerca italiana di circa 5 volte arrivando a capacità potenziali fino a 8 Terabit al secondo.
Grazie al lavoro degli esperti GARR, sono ora in funzione quasi 3.000 km di fibra ottica che collegano ad altissima velocità i principali nodi della rete a Roma, Bologna e Milano utilizzando la tecnica delle “lambda aliene” (alien wavelengths) che consente notevoli risparmi in termini economici e dei tempi di realizzazione.
È la prima volta che in Italia si realizza con questa tecnologia un’infrastruttura pienamente operativa su tratte di lunga distanza: il più lungo dei quattro collegamenti messi in campo è infatti di oltre 1.000 km. La tecnica delle lambda aliene è così chiamata perché rende possibile il trasporto dei segnali luminosi su una piattaforma ottica diversa da quella che li ha generati e permette di far parlare tra loro apparati differenti, massimizzando le prestazioni.
Utilizzando la funzionalità di amplificazione e instradamento dell’hardware esistente e aggiornando solo la funzionalità di generazione dei segnali è stato possibile realizzare una rete ottica di ultima generazione collegando le principali direttrici italiane con una dorsale a 100 Gbps in soli 3 mesi.
Il risultato è eccezionale se si pensa che questo è circa un terzo del tempo necessario ad ottenere lo stesso effetto realizzando la rete ex novo oppure aggiornandone tutti gli apparati e permette di proteggere gli investimenti fatti nel tempo. Nel caso della rete GARR, utilizzare la tecnica delle lambda aliene per riusare la dotazione di hardware già disponibile ha consentito di ridurre i costi complessivi a meno della metà, estendendo la vita dell’infrastruttura di almeno tre anni. Il vantaggio è disporre oggi di una infrastruttura più moderna, facile da gestire, efficiente e potenzialmente espandibile, senza dover effettuare onerosi investimenti, con la possibilità di raggiungere la capacità di 8 Terabit al secondo in modo da supportare al meglio collaborazioni scientifiche di eccellenza. Un altro beneficio di questo approccio è diminuire la dipendenza di chi gestisce la rete da una specifica scelta tecnologica o produttore di tecnologia, riducendo il cosiddetto vendor lock-in.
“Le lambda aliene erano già conosciute come tecnica sperimentale ma non erano mai state utilizzate in produzione su una simile scala geografica. È stata necessaria una sperimentazione di circa un anno, ma poi abbiamo creato qualcosa di veramente unico nel suo genere e il risultato è stato apprezzato anche a livello internazionale” ha commentato Massimo Carboni, Chief Technical Officer del GARR. “GARR serve la comunità della ricerca e dell’istruzione, che comprende gruppi che fanno un utilizzo avanzato della rete. Si tratta di una comunità che già oggi ha bisogno di capacità di collegamento nell’ordine dei 100 Gbps. Star dietro a queste esigenze vuol dire che la rete deve evolvere velocemente, col rischio di una rapida obsolescenza della strumentazione. Il vantaggio dell’utilizzo delle lambda aliene è poter ottenere queste prestazioni in tempi rapidi e senza dover investire nuovamente sugli apparati. Questo apre nuovi scenari per l’evoluzione delle reti nei prossimi anni”.
GARR non si ferma qui, ma continua a lavorare alla prossima generazione di rete, che sarà inevitabilmente più complessa, modulare e sempre più orientata ad una combinazione stretta di software e hardware e non più solo una rete secondo la sua definizione tradizionale. Per anticipare questi cambiamenti e affrontare tempestivamente le nuove sfide, GARR ha avviato una riflessione attraverso un White Paper disponibile online e condiviso all’interno della comunità della ricerca.